L’arte dei Longobardi

L’arte orafa

La massima fioritura dell'oreficeria longobarda e delle arti minori coincide intorno ai primi decenni del VII secolo.

Le realizzazioni artistiche d'arte longobarda furono prodotte in Italia durante il regno dal 568 al 774 e si sono protratte fino al X-XI secolo in particolare nell'Italia meridionale.  

I manufatti realizzati fra il VI e VII secolo furono numerosi e di grande interesse artistico, dandoci un'espressione di rilevanza artistica e di quanto fosse cospicua la produzione in oggetti d'oro e d'argento.

I Longobardi  quando discesero  in Italia portarono la propria tradizione artistica di matrice germanica. Questa formazione culturale rimase a lungo visibile soprattutto negli elementi ornamentali dell'arte con espressione di simbolismo zoomorfo e dei decori fitomorfi. Successivamente col radicarsi dello stanziamento in Italia, ebbe inizio un vasto processo di fusione tra l'elemento germanico e quello latino-bizantino, questa fusione diede vita a una società sempre più indefinita (quella che, sarebbe evidenziata come sic et simpliciter "italiana").

In un simile contesto, per "arte longobarda" si intende approssimativamente l'intera produzione artistica prodotta in Italia durante il loro dominio, soprattutto durante il VII-VIII secolo indipendentemente, dall'origine etnica dei vari artefici.

 

Oreficeria

L’oreficeria già prima della discesa in Italia era la principale espressione artistica dei Longobardi, che fonde le tradizioni germaniche con influenze tardo-romane della provincia della Pannonia, regione compresa tra i fiumi Danubio e Sava, che comprendeva la parte occidentale dell'attuale Ungheria, il territorio austriaco fino a Vienna, la parte nord della Croazia e parte della Slovenia.

Risalgono a questo periodo le crocette in lamina d'oro sbalzate, che presero il posto delle monete bratteate di ascendenza germanica, già ampiamente diffuse come amuleti.

Le crocette, secondo una tipologia di origine bizantina, erano usate come applicazioni sull'abbigliamento e nelle inumazioni . Negli esemplari più antichi presentavano figure di animali stilizzati ma riconoscibili, mentre in seguito furono decorate da intricati elementi vegetali all'interno dei quali comparivano talvolta figurine zoomorfe.

Rientrano nella produzione di alto livello le croci gemmate, come la Croce di Agilulfo, del VII secolo, con pietre dure e di varie dimensioni incastonate a freddo in maniera simmetrica lungo i bracci. Un altro esempio simile è la copertura dell'Evangeliario di Teodolinda, dove sulle placche d'oro sono sbalzate due croci con un motivo decorativo simile. Era in uso anche una tecnica di incastonatura a caldo, dove si usavano pietre e paste vitree fuse e versate in una fitta rete di alveoli.

Collane

Le collane e le fibule per l'abbigliamento femminile erano  particolarmente predilette alla donna longobarda. Le collane sono generalmente composte da grani di pasta vitrea colorata e decorata da motivi geometrici e vegetali stilizzati. Gli elementi che le compongono hanno poi forme e dimensioni diverse e tra essi si nota sovente una perla d'am­bra o di altro materiale. Più raramente sono formate da perli­ne di vetro soffiato. Alcune collane richiamano l'attenzione di gusto goto, con lavorazione  eseguita secondo la tecnica «cloisonné» con cristalli di color rosso e lapislazzuli. Non mancano esemplari, di particolare bellezza, in cui compaiono monete d'oro bizantine munite di appiccagnolo baccellato.

Fibule

Le fibule più comuni, servivano per ap­puntare gli elementi della veste, sono di due tipi; a forma di S, in argento dorato ed impreziosite con incastonatura di alman­dine o di vetri colorati, e a forma di arco o di arco «rettangola­re», in bronzo dorato o argento, con decorazione nello Stile I o II Germanico.

Spesso anche le fibule sono lavorate sempre con la tecnica «cloi­sonné» con incastonatura di cristalli di color rosso e verde, con raffinata maestria rappresentavano forme di animali come: pesci, api ed aquile.

In Pannonia gli orefici longobardi sviluppano nuove forme di fibule, considerate specificamente longobarde e non più merovingiche. Questi nuovi tipi di fibule con la loro ornamentazione sono le prime testimonianze di un'arte autonoma prettamente longobarda.

Le forme preferite dai Longobardi sono le fibule a staffa dalla piastra di testa semicircolare e il piede ovale terminante con una testa di animale in rilievo. La piastra di testa è circondata da protuberanze, che negli esemplari più semplici erano fuse in un sol pezzo con la fibula, mentre in quelli più pregiati venivano approntate separatamente e poi inserite nella piastra. Il loro numero varia a seconda della grandezza della fibula. Questa forma classica di fibula longobarda si sviluppa da prototipi occidentali fino ad assumere caratteri propri. Talvolta compare la ornamentazione geometrica a Kerbschnitt abituale nelle fibule merovingiche, che indica la provenienza originaria, ma per lo più le fibule sono decorate con ornamentazione zoomorfa.

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