Benché il periodo di maggior sviluppo dell'arte celtica sia stato collocato tra il V secolo A.C. e il IX secolo D.C., tali date sono ancora incerte. La longevità di questa tradizione, che abbracciò diverse forme espressive e i cui risultati migliori furono raggiunti nella lavorazione dei metalli e della pietra, nonché nella miniatura di manoscritti, è dovuta in gran parte alla versatilità dei disegni decorativi. Gli artigiani ricorsero a un repertorio di motivi piuttosto limitato (nodi, intrecci, spirali), riproducendoli su una grande quantità di oggetti, dalle spade ai supporti per carri, dai manoscritti cristiani alle teche per l'uso ecclesiastico.
La gioielleria celtica è famosa per la sua immensa varietà di forme. Le fogge più semplici, derivate dal mondo classico, erano la spilla e la fibula, il cui modello era un antico gioiello simile a una spilla di sicurezza, prodotto sin dall'epoca della civiltà micenea.
L'ornamento personale più prestigioso era tuttavia rappresentato dal collare metallico spesso realizzato con fili intrecciati di rame o d'oro; tali monili nacquero nelle regioni orientali e in origine erano indossati esclusivamente dalle donne.
Oltre ad essere riservati ai ceti sociali più alti, i collari acquisirono anche un significato religioso.
Le divinità celtiche venivano sempre raffigurate con questi monili e spesso tali gioielli erano usati come offerte votive.