Giuseppe Stucchi

Giuseppe Stucchi

“la storia e la cultura di un popolo” 

 Giuseppe Stucchi, trezzese di nascita (1949), e' un artista e si occupa d’archeologia sperimentale.

Spinto dalla passione per la storia dei Celti è riuscito a ricostruire svariati reperti ed inoltre a creare nuovi oggetti, riutilizzando le antiche tecniche.

Oggi dispone di una collezione di diverse centinaia di pezzi nell'ambito dell' Archeologia Sperimentale, tra riproduzioni di reperti e pezzi unici. Tra i meravigliosi manufatti, anche una riproduzione eseguita a mano con pregevole cesello del Calderone di Gundestrup e ricostruzioni perfettamente funzionanti dei Carnyx, trombe da guerra dei Celti.

Biografia

Fin da giovane Giuseppe Stucchi, si appassiona alla storia e all'archeologia, ma grazie all’incontro  con Alessandro Bassi, un discendentedi Alessandro Manzoni, che tramite i suoi racconti e varie discussioni sul ritrovamento alla fine del XIX secolo di una situla celtica nel suo paese natale, Trezzo sull’Adda accende e risveglia definitivamente in Stucchi l’estro e il sentimento culturale.

Nel 1981 il suo interesse verso l'archeologia si concretizza, Giuseppe inscrivendosi al G.A.E.M (Gruppo Archeologico Est Milano) con il quale collabora per alcuni anni.

Nel 1990, la curiosita' su quali potevano essere le tecniche di costruzione usate dagli antichi per la realizzazione di alcuni reperti lo spinge a fare i primi esperimenti nell'ambito dell'Archeologia Sperimentale. I primi oggetti sui quali si cimenta sono asce, picconi e altri reperti agricoli; negli anni riesce a realizzare bracciali, calici fino a realizzare la sua prima situla. Contemporaneamente affina una speciale tecnica per l’ "invecchiamento" degli oggetti.

Nel 1999 il numero e la qualita' degli oggetti e' tale da realizzare la prima piccola mostra nel suo comune di residenza; cominciano cosi' le prime esposizioni e mostre nelle vicinanze.

Nel 2000 partecipa a Celtica 2000, a Courmayeur in Val d'Aosta, dove prende contatto con persone che lo indirizzano e lo incentivano nella sua attivita'.

Nel 2001 riproduce, cesellando a mano, le tredici piastre del Calderone di Gundestrup e lo presenta in anteprima a Celtica 2001. Nello stesso anno collabora con l’Amministrazione comunale  per la presentazione dello stand di Trezzo alla BIT di Milano nell’ambito del programma “Brianza in controluce”.

Nel 2002 ricostruisce otto splendidi Carnyx dorati, cesellati a mano e funzionanti; realizza degli Elmi Celtici in rame, cesellati, con e senza corna. Fonda l'associazione culturale G.A.S.A.C. e ne diventa il presidente.

Nel 2003, anno molto prolifico, realizza in un primo tempo la collezione di scudi celtici; continua poi riproducendo a mano delle sculture in legno, delle teste in pietra e delle maschere in metallo; conclude realizzando la collezione "l'Oro dei Celti" tra cui è doveroso segnalare la Barca di Broighter.

Nel 2004, continua la produzione di oggetti realizzando riproduzioni elaborate di spade celtiche, corazze in metallo, e dei corni potori.

Nel 2005, precisamente in novembre, l’Eco di Bergamo gli dedica un ampio spazio sull’inserto “Vita Bergamasca”. Vengono pubblicate anche diverse foto delle sue bellissime riproduzioni di artigianato celtico.

Il 2006, viene interamente occupato dalla realizzazione del divano celtico del “Principe di Hochdorf”. Il divano è in bronzo ed è lungo circa 240 centimetri, lo schienale ha la forma simile alla tipologia etrusca; la particolare ornamentazione rimanda alla regione a sud delle Alpi, insubre-golasecchiano, corrispondente all'attuale Italia nord-occidentale ed al Canton Ticino.

I motivi ornamentali, finemente cesellati, rappresentano danze di spade e corse di carri nell'ambito di feste sacre e le figure umane hanno lunghi capelli spioventi. Il pianale è sorretto da otto statuette a figura femminile che lo reggono con le braccia, mentre fra le gambe scorrono rotelle, per cui l'oggetto poteva essere spostato.

Nel 2007 viene chiamato a collaborare all'evento "Gli Albori di Milano", nel Castello Sforzesco di Milano. Per questo evento viene allestita nella Sala Panoramica una mostra con i suoi oggetti più raffinati, ultime riproduzioni generate per l’occasione.                         Le riproduzioni sono state disposte in tre “isole” formate da teche contenenti gli oggetti che rappresentano gli aspetti fondamentali della vita dei Celti: la vita domestica, la vita del guerriero e gli ornamenti. In esposizione originali fibule, elmi, spade e monili, riproduzioni di reperti risalenti fino al I secolo a.C., ritrovati in Lombardia. La manifestazione, vede Stucchi protagonista, sempre nella Sala Panoramica del Castello, l’artista ha allestito “la bottega del fabbro”.  Giuseppe, con gli abiti da guerriero celta,  ha mostrato ai visitatori la tecnica della battitura a freddo, con la quale ha coniato in anteprima le monete celtiche “dramme padane”.

Sempre nel 2007, continua la collaborazione didattica con le scuole e interviene in diversi plessi scolastici lombardi, il riscontro è molto positivo appassionando le scolaresche in modo interattivo dove i giovani studenti hanno assistito a coinvolgenti lezioni e ammirato la fusione del metallo e conio delle monete.

Nel 2008 prosegue l’ampliamento della collezione del G.A.S.A.C.,  con la ricerca storica e affascinante della cultura celtica. Durante l’anno si affina il lavoro della ricerca ed anche in funzione degli incontri avuti con i massimi esperti di celtismo si realizzano particolari di particolare esecuzione quali : le fibule dei Taurini, con inserti in ambra, l’inizio del disco di Nebra, e diversi particolari come le rotelle votive e statuine in bronzo.

Nel 2009 affascinato dai misteri celtici, porta a completamento la realizzazione del Disco di Nebra ed alla costruzione del disco di Chevroches, un calendario astrologico ed astronomico con la forma di disco concavo, in bronzo del diametro di circa 6,5 cm.

Nel 2010  interessato da importanti  e memorabili ritrovamenti, realizza i reperti della tomba del 1° Guerriero di Sesto Calende creando gli schinieri, la spada e l’originale elmo dei mitici celtici Insubri.

Insieme ai collaboratori riprendere gli studi interrotti del popolo Longobardo per poter ampliare la collezione dell'Associazione.  

Nel 2011 prosegue nella ricerca storica del popolo Longobardo ed a seguito di vari studi ed approfondimenti riesce a realizzare una mirabile e strabiliante collezione di reperti ageminati in argento quali fibule, fibbie, umboni, la spatha  e splendide collane ricche di fascino e di storia.

Nel 2012  continua la ricerca storica sul popolo Longobardo e affascinato dalla collezione della “Principessa Gota di Domagnano” con molto impegno riesce a realizzare una rilevante parte della collezione aurea con: fibule di alto pregio, la collana con pendenti di grande fascino, gli splendidi orecchini.   

I gioielli originali sono conservati  presso vari musei:  Museo Nazionale Germanico di Norimberga, British Museum a Londra, The Metropolitan Museum of Art a New York.

 

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