La Religione

Vincoli religiosi comuni univano i membri delle tribù; il re, che era investito di una funzione religiosa, partecipava attivamente ai riti.
I siti destinati al culto comprendevano recinzioni sacre, ma anche strutture più complesse, quali pozzi, forse collegati al culto della terra, in cui venivano gettate le vittime di sacrifici (uomini in caso di necessità o animali), spade e altre offerte votive. Anche una serie di elementi naturali aveva significato religioso: l'agrifoglio e il vischio, ad esempio, erano sacri, così come le querce e i boschi. Gli animali erano venerati come totem tribali; era inoltre praticata l'arte divinatoria, interpretando il volo degli uccelli o le viscere delle vittime sacrificali. Questo compito era affidato ai druidi.
I druidi erano i sacerdoti degli antichi Celti.
Gli antichi resoconti affermano che ai druidi spettavano gli incarichi del sacerdozio, dell'educazione religiosa e dell'amministrazione giudiziaria e civile.
Il potere supremo era detenuto da un arcidruido all'autorità del quale erano sottoposti gli altri druidi; quando questi moriva, a succedergli era il più autorevole ma se la scelta si rivelava difficile la decisione veniva presa tirando a sorte oppure con un duello. Esistevano tre classi di druidi: profeti, bardi e sacerdoti propriamente detti, assistiti da profetesse o maghe dotate di minor potere e privilegio; i druidi praticavano particolarmente l'astrologia e la magia, e conoscevano i misteriosi poteri di animali e piante. Uno dei loro compiti consisteva nel convincere il popolo che l'anima era immortale e che dopo il decesso passava da un corpo all'altro, cosa che costituiva uno dei principali incentivi del valore militare.

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